Il Baraonda Junior ha previsto ingressi contingentati per evitare assembramenti
Far ripartire il ritmo della notte? Si può. Il divertimento si rimette in moto e attraverso il percorso a ostacoli fissato dalle restrizioni le discoteche rialzano il volume.
A Rastignano, il Baraonda Junior club venerdì notte ha riaperto per la prima volta dopo mesi, con una fitta rete di prenotazioni online per avere accessi contingentati e un accumulo di dati utili anche nel malaugurato caso di un imprevisto sanitario. Nel parcheggio si percepisce il desiderio di tornare a ballare e la musica filtra dalle pareti del club: ci accodiamo alla fila di ragazzi mascherati che già a mezzanotte aspettano fuori dai cancelli.
Il rigetto per i dispositivi di sicurezza è nelle numerose mascherine abbassate sotto il mento, ma non mancano le ronde a richiamare i ragazzi. Dentro, sono più le persone sedute ai tavoli che in piedi e a danzare si va a piccoli gruppi, più o meno distanziati. Anche al bar gli accessi sono regolamentati da uno steward che non permette l’accesso alla zona (solo 4-5 persone alla volta).
I ragazzi sono più propensi a interpretare la mascherina come accessorio e un’ora dopo l’inizio della festa, c’è imbarazzo a compiere il primo passo, letteralmente, anche se l’impennarsi dei decibel piano piano fa scattare le gambe a ritmo di musica. Lo spazio per rispettare le distanze in pista e fuori c’è, ma di tanto in tanto picchi di disinibizione cominciano a prendere il sopravvento.
E allora a chi rivolgersi per richiamare all’ordine, se non alla voce più ascoltata della disco? Il vocalist ai tempi del Coronavirus non inneggia più a seguire il ritmo o ad alzare le mani al cielo, bensì ripete: «Ragazzi, ricordatevi distanze e mascherina». È un ballo che perde la propria magia, ma è una necessità.
Malgrado i tentativi di mantenere il divertimento sotto controllo, non c’è però organizzazione che possa mettere una diga alla naturale attrazione dei corpi nel ballo, poiché è solo da giovani che si ha il privilegio di vivere l’incoscienza. E con la predisposizione dell’animo dei presenti alla trasgressione, all’1.30 la pista si riempie.
Per una trentina di minuti, non di più, è impossibile intervenire per far rispettare il distanziamento. È il recupero di tre mesi chiusi in casa. Passata la burrasca, il ballo si normalizza e alle 3 persino le forze dell’ordine non riscontrano estremi per fermare la festa.
La discoteca è tornata, ora è nei partecipanti che bisogna riporre fiducia. In quella gioventù che per natura le regole vorrebbe infrangerle, ma che oggi, è chiamata a una prova di maturità e divertimento responsabile.
Francesco Zuppiroli, il Resto del Carlino, 12 luglio 2020