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I Carracci si spostano sulle terrazze del Majestic

La cucina del celebre ristorante si potrà gustare anche all’aperto

Dopo il lockdown la vita del ristorante I Carracci non è stata più come prima. La grande intuizione di Tiberio Biondi, direttore del Grand Hotel Majestic, è stata quella di spostare il celebre ristorante nella Terrazza Torre al primo piano, così chiamata perché la sua vista dà sulla torre medievale di Palazzo Fava.

Quando c’è necessità, perché la clientela cresce, si passa alla seconda, la Terrazza Foyer, perché si trova proprio all’ingresso del primo piano. In pratica, quello che è successo in tutta la città, dove sono esplosi i dehors, i giardini e i cortili per mangiare in tranquillità, è accaduto anche nell’epicentro del lusso bolognese, che ha messo a regime le sue ricchezze outdoor, compreso il giardino d’inverno dove viene di solito servita la colazione, aperta anche ai clienti non strettamente del grand hotel.

La cucina dei Carracci è invece sempre la stessa, sotto la guida dello chef Cristian Mometti. E allora la cena diviene un territorio sicuro, dove i tortellini in doppio brodo di cappone o in crema di Parmigiano 36 mesi, affermano che la tradizione è salva, accanto alla terrina di faraona e al culatello di zibello con fichi e gorgonzola. Ma, al tempo stesso, lasciano uno spiraglio estroverso anche a chi ha la curiosità di sapori freschi e più leggeri, con il gazpacho di melone o il brandade di baccalà.

Anche a pranzo si assapora il relax della terrazza, ma in questo caso il menu è quello del Cafè Marinetti: la carta si legge attraverso il codice QR, ma si può anche portare a casa, grazie al Menu Ricordo, del tutto personale, mai toccato da altri clienti e non più riutilizzabile.

Va costante verso una ripresa il Majestic, perché il turismo sta lentamente tornando. E quella raccontata da Biondi ha le caratteristiche di una cartolina d’altri tempi, perché i viaggiatori – soprattutto da Svizzera, Germania e Austria – arrivano per lo più in macchina, come si faceva un tempo, quando gli aerei non erano la normalità. E a volte arrivano anche clienti che riescono a rasserenare la visione del direttore Biondi rispetto al futuro: come i due signori austriaci giunti in via Indipendenza sulla loro Ferrari blu decappottabile.

Il panorama attuale non è certo quello dei vecchi tempi, ma fa ben sperare. Soprattutto è cambiato in parte il modo di fruire anche il lusso. Se un tempo la prenotazione era una modalità obbligata, oggi si registra un numero di arrivi dato dal «walk in», con clienti che decidono all’ultimo momento se pernottare, entrano in hotel e riservano la camera.

Benedetta Cucci, il Resto del Carlino, 25 luglio 2020

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Annalisa Gotti

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