Il neo presidente di Bologna Welcome: «Per il futuro è una grande notizia il ritorno della Formula 1 a Imola»
«Quello del turismo è un mondo ancora fitto di incertezza», spiega Giovanni Trombetti, appena nominato presidente di Bologna Welcome, la società che cura la promozione turistica del territorio. «Ma qualche segnale di ripresa, seppur debole, si nota, soprattutto fuori dal centro storico».
Com’è andata in questi mesi?
«È stato uno shock, dal 24 febbraio tutte le prenotazioni per il turismo estivo sono state cancellate. Solo da maggio sono ripartite le prime prenotazioni, ma la situazione è ancora difficile, specie per il centro storico. Qui l’occupazione media degli alberghi tra fine giugno e inizio luglio è stata del 25% durante la settimana e del 5-10% nel weekend, perché è ripartito un po’ di turismo d’affari, ma il turista tradizionale cerca soprattutto verde e spazi aperti. Fuori dal centro troviamo percentuali fino al 50-55%, specie in Appennino, dove stanno dando buoni risultati prodotti come la Via della lana e della seta e il turismo esperienziale. Ma rimaniamo molto al di sotto dell’anno scorso».Di quanto?
«L’anno scorso in città eravamo al 75% di occupazione, il 25% di oggi infrasettimanale è un dato che non remunera gli alberghi, anche se è migliorato rispetto a inizio giugno, quando era al 10%. Almeno una ventina di alberghi sui 250 dell’area metropolitana, sia piccoli che grandi, restano chiusi perché ci sono ancora poche prenotazioni. L’unica cosa positiva è che vediamo un trend in crescita, favorito prima dalla possibilità di spostamento fra regioni e poi dalla ripresa dei voli da alcuni Paesi».Chi sono i turisti che arrivano adesso?
«Il 55% di italiani e il 45% di stranieri che arrivano, soprattutto in auto, da Francia, Belgio, Olanda, Germania e Svizzera. Stati Uniti neanche a parlarne, così come l’oriente. Ma si tratta comunque di flussi deboli».Che previsioni fate?
«Per ora parliamo di turismo di piacere, ma quello per congressi, fiere e business è quasi fermo. Eventi come Cersaie ed Eima non ci saranno, Autopromotec addirittura è slittata al 2022, per i congressi si aspetta ancora una normativa del governo. È ripartito un po’ il movimento aziendale, ma si tratta, ancora una volta, di flussi deboli e limitati dallo smart working».Come se ne esce?
«Con un vaccino, ovviamente. La situazione continua a essere traumatica e l’incertezza si ripercuote sui turisti, si spera che la curva epidemiologica dia più tranquillità. Quello che Bologna Welcome ha fatto durante il lockdown, col mio predecessore Celso De Scrilli e i collaboratori, è stato lavorare su pacchetti riadattati, con numeri limitati per garantire il distanziamento, come le Due Torri».Come stanno andando le Torri?
«Discretamente, l’anno scorso c’erano circa 800 visitatori al giorno, adesso siamo attorno ai 300, è un ottimo risultato. Bologna, pur nella disgrazia, è messa meglio di altre città come Firenze o Venezia che hanno come target di riferimento soprattutto gli americani. Noi abbiamo sempre puntato a tante nazioni diverse. E poi aiuta il fatto che la città abbia risposto bene: i ristoranti hanno distanziato i tavoli, gli alberghi si sono adattati, i trasporti sono stati messi in sicurezza».Su quali prodotti avete puntato?
«Abbiamo puntato sulla massima sicurezza. Su un’ottantina di proposte adesso 30 sono sul centro storico e 50 sul resto del territorio, pianura, appennino e Imola. Ovviamente vanno molto le visite guidate all’aperto, mentre soffrono quelle nei musei, e vanno anche i percorsi di trekking. Rispetto all’anno scorso però ci sono più bolognesi che li comprano, la programmazione è stata ripensata per gli autoctoni. Aiuta anche la grande professionalità delle guide».E per il futuro?
«È una grande notizia intanto il ritorno della Formula 1 a Imola, un risultato importantissimo. Ma ci sono altre manifestazioni che stanno chiedendo il nostro territorio, che gode di un’ottima posizione, di un’offerta culturale ricca e può anche fare da porta d’ingresso per altre città come Ravenna, Venezia, Firenze o Milano».Che tipo di eventi?
«No comment, per scaramanzia, però ce ne sono che stanno bollendo in pentola, tra sport e cultura».Ma il buono vacanze aiuta?
Marco Bettazzi, La Repubblica, 27 luglio 2020
«È un aiuto, non si può far altro che ringraziare. Però ha problemi enormi, è molto complesso da ottenere e pesa molto sull’albergatore, specie in un periodo di crisi di liquidità. Le richieste su Bologna però sono basse, riguarda più la Romagna. Il vero sostegno che serve dal governo è la cassa integrazione, perché gli imprenditori non vogliono fare a meno dei propri collaboratori, e un aiuto concreto a chi fa impresa turistica in questo momento».