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Baldassarri: «Dopo il Covid l’Appennino rinasce»

Il presidente di Appennino Slow e direttore dell’hotel Palazzo Loup: «Siamo salvi grazie al turismo lento»

«Considerando che durante il lockdown abbiamo temuto addirittura di non riuscire a riaprire, non possiamo che dirci soddisfatti. Certo, matrimoni e congressi sono ancora fermi, un bell’ammanco. Ma a partire da luglio le presenze dei turisti sono aumentate, fino al tutto esaurito di agosto. Speriamo di essere stati capaci di fidelizzare i nostri ospiti». Piero Baldassarri prova a tracciare un primo bilancio della stagione estiva sfruttando la sua posizione di osservatore privilegiato della montagna bolognese. Nel farlo pondera con attenzione le parole, dividendosi tra il ruolo di titolare dell’albergo 4 stelle “Palazzo Loup” di Loiano e quello di presidente di Appennino Slow, società consortile che da oltre vent’anni si occupa della promozione del turismo sostenibile sulla dorsale tosco-emiliana.

Baldassarri, è ormai noto il boom delle seconde case in montagna. Anche gli alberghi hanno registrato un simile trend?
«Se parliamo di Palazzo Loup dobbiamo dividere la stagione a metà: la partenza dopo la riapertura è andata molto a rilento, a giugno avremo registrato un 50% in meno di ospiti rispetto allo scorso anno. Nella seconda metà di luglio però la tendenza si è invertita, complice la calura e la voglia dei cittadini di andare in vacanza restando in Italia. Ad agosto abbiamo addirittura incrementato i dati del 2019. E per Appennino Slow e le strutture ricettive che si trovano sui percorsi da trekking è andata pure meglio».
Cioè?
«La Via degli Dei e quella Della lana e della seta stanno facendo la parte del leone con percentuali di occupazione delle camere molto elevate: per agosto parliamo di oltre il 90% dei posti letto con punte da tutto esaurito, tanto che sconsigliamo la partenza senza aver prenotato. Rispetto alla scorsa estate vediamo un incremento: abbiamo perso la primavera, ma già da inizio luglio l’afflusso è stato consistente. I bilanci potremo tirarli solo a fine stagione, anche perché abbiamo ancora prenotazioni per settembre e i primi giorni di ottobre».
Del resto, i trekking sono in crescita da tempo.
«Le ultime annate sono state molto favorevoli con un incremento costante delle presenze. Stiamo cercando di far scoprire agli escursionisti anche le altre eccellenze del nostro appennino: da Monte Bibele alla Rocchetta Mattei, passando per le visite enogastronomiche»
L’assenza degli stranieri è stata quindi compensata?
«La crescita dalle città limitrofe è stata sostenuta, potremo definirlo quasi un turismo di prossimità. Inoltre abbiamo registrato un abbassamento dell’età media: non eravamo abituati ad avere tante famigliole con bambini piccoli, mancavano da anni. Diciamo che siamo tornati ai flussi turistici degli anni ’90. Per Palazzo Loup una mano ce l’ha data anche la piscina e lo spazio verde che abbiamo intorno: i nostri clienti hanno molto apprezzato la possibilità di stare distanziati».
L’andamento delle presenze si riflette anche sul fatturato?
«In termini di giro d’affari la divisione tra il mio albergo e Appennino Slow si fa più marcata. A Loiano perderemo circa 400mila euro, il 40% del fatturato, soprattutto a causa dei mancati introiti da matrimoni e congressi. I primi sono fortemente ridotti (delle 40 celebrazioni previste a inizio stagione ne sono rimaste sedici), mentre i secondi non sono mai ripartiti».
E Appennino Slow?
«Il fatturato globale 2020 avrà alla peggio una flessione molto limitata rispetto al 2019 grazie al tanto lavoro fatto nel periodo post Covid. La società, che gestisce uffici di informazione turistica a Bologna, Sasso Marconi, Monghidoro e Porretta Terme, ha ricavi per 600 mila euro e circa 12 dipendenti. Ma nei mesi estivi ha lavorato bene anche la maggior parte delle 100 realtà (tra ristoranti, hotel e bed&breakfast) associate al consorzio. Ad agosto sono state stimate più di 6 mila presenze solo sulla Via degli Dei: calcolando che ogni turista spende in media 300 euro possiamo calcolare un giro d’affari complessivo di circa 1,8 milioni, almeno 300mila euro in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Un record».
E le prospettive per il futuro?
«L’obiettivo sarà confermare questa performance nei prossimi anni. Non sarà facile ripetere nel 2021, le stesse percentuali di occupazioni che abbiamo visto in queste settimane. Dovremo essere bravi a fare innamorare i visitatori del nostro del nostro territorio, proponendo un’offerta che non si limiti al trekking. Continueremo a puntare sull’Appennino e sulla gastronomia, perché nei nostri ospiti vediamo una sempre maggiore attenzione ai prodotti tipici artigianali».

Marcello Radigheri, La Repubblica, 31 agosto 2020

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