Il centralissimo bar acquistato da Qiu Nan, che ha tenuto l’intero staff. Molte le novità, dall’orario di chiusura alle 22,30 fino all’aperitivo
«Ci vediamo al Canton de’ Fiori». Chissà quante volte, i bolognesi di ogni classe e quartiere, dagli intellettuali ai commercianti, dagli avvocati ai commessi, dai politici agli studenti – in un’indicazione geografica che vale dal centrissimo alla periferia –, si saranno dati un appuntamento quasi all’angolo tra via Indipendenza e via Rizzoli.
Per non parlare dei forestieri in arrivo sotto le Due Torri per appuntamenti di lavoro: il consiglio era sempre questo, «troviamoci al Canton de’ Fiori». Un riferimento certo e inequivocabile, quasi come le Due Torri. Così dal 1993, quando Daniele Bianconi prese in gestione questo bar storico che ha un ‘plus’, la tabaccheria.
Bianconi ha portato avanti il suo bar con passione, infondendogli sempre una certa raffinatezza, sostenendolo con un servizio puntuale, fornito da un personale devoto, si può dire con certezza. Poi lo scorso anno, il bisogno di ritirarsi, a quasi 69 anni, perché guidare un bar non è cosa facile per nessuno, in particolare se si punta a mantenere un livello di qualità alto.
E’ un lavoro duro, soprattutto fisicamente. Quindi, quando Qiu Nan, giovane imprenditore di 31 anni, nato in Cina ma in Italia dal 2003, gli ha proposto l’acquisto, lui che all’inizio non era proprio dell’idea, alla fine ha accettato, dopo una buona proposta economica e l’intenzione di mantenere lo stesso staff. Nessuno è stato lasciato a casa, cosa che non era assolutamente nelle intenzioni di Mr. Qiu, idee chiare e soprattutto una passione sfrenata per la qualità della tazzina del Canton.
«Ogni volta che venivo a Bologna a trovare mia sorella che è sposata qui – racconta Qiu Nan – passavo davanti a questo bel caffè, sognando un giorno di poterlo dirigere e ammetto che ci ho creduto molto, tanto che il contratto di compravendita lo avevamo già stipulato e firmato alla fine del 2019, anche se poi non sono riuscito ad entrare il primo aprile come avrei voluto, ma solo lo scorso primo ottobre». E prosegue: «Da tanti anni, anche prima di acquistare il bar, vengo a Bologna periodicamente e passo almeno un mese da mia sorella: questa città la conosco bene, è una grande soddisfazione essere qui, anche se mi rendo conto che Daniele è molto dispiaciuto per aver venduto la sua attività, ma la fatica era troppa. Del resto il mio mondo è sempre stato quello del commercio, tra negozi di moda e casalinghi, e mia sorella è sempre stata nel mondo della ristorazione».
A questo punto, con la nuova stagione che comincia, l’entusiasmo di Qiu è alle stelle, perché ha tante idee, a cominciare dall’orario del bar che è già cambiato, scavallando le 20, il tradizionale orario di chiusura, e arrivando fino alle 22,30. «La caffetteria del Canton de’ Fiori è la numero uno in città – ammette Qiu Nan – ma per quello che riguarda l’orario dell’aperitivo vorrei lavorare meglio, come altri locali di Bologna molto conosciuti per questo rito che vengono cercati da tutti, come I Conoscenti, il Gran Bar, ma chiaramente dobbiamo valutare tutto con attenzione, per far arrivare il bar ai livelli dei migliori della città anche in questo campo, in modo che che sia all’altezza della sua ottima caffetteria».
Grande qualità, che verrà portata anche ai pranzi, e soprattutto una bella intesa col personale che è contento dell’arrivo di questo giovane imprenditore cinese che, da un certo unto di vista, ha scongiurato una possibile chiusura. E nel panorama cittadino, ormai è noto perché si è letto anche da queste pagine, il rischio serrande abbassate non è una fantasia.
Benedetta Cucci, il Resto del Carlino, 7 ottobre 2020