Tra l’assenza dei grandi titoli di Hollywood e i posti dimezzati, i lievi segnali di ripresa arrivano grazie ai prodotti di nicchia e alle idee
Mancano all’appello i film diHollywood, i posti in sala sono dimezzati per la necessità del distanziamento e c’è un ritorno alla preoccupazione di stare neiposti al chiuso, rafforzata anche dal nuovo decreto governativo con conseguenti misure restrittive.
Ecco tre istantanee che raccontano bene la situazione attuale delle sale cinematografiche, partendo peròdalla loro riapertura tra agosto e settembre, quando la ripresa faceva ben sperare, anche se tra incertezze e nuove norme. Navigano tutte sulla stessa barca in balìa di una quotidianità fortemente condizionata, siano esse la Cineteca con le sue tre sale; il Circuito Cinema con Odeon, Europa, Rialto e Roma; il circuito Pop Up con Medica Palace, Jolly, Bristol e prossimamente Fulgor e i multiplex, ovvero Space e Uci.
«Tutti hanno difficoltà ad andare nei luoghi chiusi – racconta Gian Luca Farinelli, direttoredella Fondazione Cineteca – i risultati degli spettacoli sono modesti, ma il dato che mi ha fatto molta impressione e che mi fa riflettere sulla nostra situazione è quello della Fortitudo, esempio di un popolo molto affiliato… ho visto che la partita di domenica scorsa ha richiamato la metà del pubblico, quindi è evidente che le persone sono preoccupate».
E prosegue, sottolineando poi quello che è il vero «dramma» delle visioni in crisi: «Qui le cose non andrebbero malissimo, ma il problema principale è che mancano soprattutto i film americani che sarebbero dovuti uscire e che invece le major hanno ritirato, da ’Assassinio sul Nilo’ al nuovo James Bond, che non si sa quando si potranno vedere perché il mercato statunitense è bloccatissimo».
L’unico film a stelle e strisce che ha fatto palpitare il cuore dei cinephiles aggiornati è stato ’Tenet’ di Christopher Nolan, ancora in visione da quasi tre mesi, in questi giorni accanto a ’Caro diario’ di Nanni Moretti che a incassi va benissimo (versione restaurata proprio dalla Cineteca). Le cose non andrebbero così male, in effetti, perché ad esempio la Cineteca ha una grande risorsa nel cineclub che porta i risultati dello scorso anno. Una carta importante da giocare rispetto ai multiplex che vivono di prodotti soprattutto americani.
Farinelli sottolinea anche come il film di Giorgio Diritti ’Volevo nascondermi’ sia stato una manna nel panorama generale. Nel dibattito si inserisce Andrea Romeo, patron della casa di distribuzione I Wonder e fondatore e general manager del circuito Pop Up Cinema. «Quando le persone vogliono venire al cinema sanno perfettamente che è il posto più sicuro che c’è, perché tutte le norme sono rispettate, ma quello che penso è che sia cambiato il modo di programmare, perché sono usciti dal settore molti film e inoltre, distributori importanti stanno dimostrando di avere più interesse per altri sfruttamenti alternativi alla sala, come la Disney ad esempio con il suo canale streaming. Ed ecco la strategia salva-cinema, secondo il manager: «I risultati, oggi si raggiungono con gli eventi, che possono anche riguardare piccoli film come ’Semina al vento’, adesempio, che al Pop Up Cinema ha richiamato 200 persone e ha trovato posto perché Hollywood era assente… il che ci fa ragionare sulla necessità di reinterpretare un cambiamento di mercato e cambiare il modo di programmare».
Conferma l’andamento Elena Roda, responsabile di Circuito Cinema, che nel mese di settembre ha registrato un dimezzamento delle presenze nelle sale: «’Tenet’ a parte i film usciti in questi mesi sono quasi tutti prodotti italiani ed europei e molti di loro hanno avuto la loro vetrina alla Mostra del Cinema di Venezia. L’offerta è più scarna perché non ci sono film americani, ma proprio per questo, diversi film più piccoli hanno avuto spazio». E, rispetto alle nuove strategie da adottare: «Molto apprezzata è stata la nostra iniziativa ’Una poltrona per tutti’, replicata anche nel mese di ottobre che è andata incontro all’esigenze di buon cinema del nostro pubblico». Le idee, ora, più che mai, contano.
Benedetta Cucci, il Resto del Carlino, 19 ottobre 2020