Sabato soprattutto on-line ma anche nel foyer del Comunale la nuova iniziativa: in vendita una cinquantina di accessori di scena
Nonostante l’isolamento da pandemia e poi tutte le norme anti Covid messe in campo da mesi, Opera Vintag*e, ovvero la mostra di manufatti teatrali nel Foyer Rossini e alla Rotonda Gluck del Teatro Comunale, riesce a non perdere la data autunnale (l’ultima, dedicata all’abbigliamento, fu a febbario, poi una a giugno solo in digitale) e va in scena sabato dalle 10 alle 18 in Largo Respighi e online, sul sito www.vintag.store cui corrisponde un’applicazione.
Non saranno presenti grandi scenografie, bensì una versione ’ridotta’ con una cinquantina di pezzi tra attrezzeria e piccoli manufatti da varie opere, tra cui La Cenerentola di Rossini e Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea: quindi elmi, scudi, spade, candelabri, specchi, ombrellini, bottiglie e altri oggetti che già da sabato mattina alle 10 si potranno visionare tramite l’app, dove sarà possibile acquistarli: naturalmente le porte del teatro saranno aperte con affluenza contingentata, ma lo shopping d’opera non si farà sul posto, avverrà solo digitalmente.
E questo grazie alla collaborazione tra la startup bolognese Vintag fondata da Francesca Tonelli e l’ente lirico bolognese, di nuovo insieme, con la benedizione di Ascom. La missione sui tesori dei magazzini del teatro è talmente sentita in città, che Francesca Tonelli ha preso ieri la palla al balzo, lanciando a Giancarlo Tonelli, direttore di Confcommercio Ascom, la proposta di creare in città un hub del vintage, ovvero un quartier generale.
«Abbiamo già visto lo spazio Dumbo – racconta lei – e quindi quello potrebbe essere un posto interessante, anche perché lo scorso anno, con la mostra sul vintage curata allo spazio Illumia, abbiamo avuto un grande riscontro da parte del pubblico e nell’aria c’è questa voglia di avere una sede dove raccogliere i tesori delle grandi aziende del territorio, perché al mondo non esiste nulla di simile».
E prosegue: «Potremmo coinvolgere anche le grandi realtà italiane come Fendi, Missoni e Ferragamo, in un percorso espositivo storico e didattico, attraverso oggetti che hanno caratterizzato il nostro grande passato». Tra i prossimi passi che compirà Vintag*e, ci sarà anche quello di mettere in vendita nel negozio digitale, i poster più vecchi del Comunale, visto che ora sono acquistabili solo quelli contemporanei.
Sabato, comunque, si potrà certamente trovare qualcosa da portare a casa, pezzi che non sono per forza riconducibili a opere: anzi, come spiega chi ha curato la scelta e l’allestimento in teatro, la tradizione di catalogare le opere è cosa recente e meno si sa di un pezzo, più la sua vita è datata, si tratta insomma di oggetti molto vintage, che, se non avessero questo palcoscenico di Opera Vintag*e, sarebbero consegnati all’oblio.
Da quando la manifestazione ha debuttato tre anni fa, come spiega Maurizio Boschini, direttore del personale e del commerciale del Comunale, «sono stati venduti oltre 1000 pezzi per un totale di circa 60mila euro».
Benedetta Cucci, il Resto del Carlino, 30 settembre 2020